1 – Tevfik Kaptan I facile
Si tratta di una nave turca affondata nel 2007 a soli 800 metri dal porto di Torre Vado. Il Tevfik Kaptan I è appoggiato in perfetto assetto di navigazione su un fondale roccioso a 22,5 metri di profondità. L’immersione è molto facile, inizia a soli 6,5 mt, ma allo stesso tempo emozionante vista la costante presenza di pesce pelagico come ricciole e barracuda. C’è la possibilità di esplorazione interna, naturalmente accompagnati dalle esperte guide del diving.
2 – Le Occhiate facile
La morfologia del sito rende particolarmente tranquilla questa immersione, poiché il fondo di sabbia chiara è protetto su entrambi i versanti da pareti ricche di interessanti spaccature. Attraversando il canale si possono trovare piccoli anemoni e banchi di occhiate, più raramente ricciole in caccia. Nelle spaccature delle pareti, o alla base delle stesse, intorno ai due massi addossati alla parete o sotto gli scogli al centro del canale, si possono osservare saraghi e murene che fanno di questo posto il loro habitat preferito.
3 – Sanandrea intermedio
Si tratta di un relitto di una grossa nave che trasportava carburanti, esplosa durante la seconda guerra mondiale in seguito ad un attacco aereo. La struttura della nave non è più riconoscibile: tuttavia, le grosse ordinate che si protendono verso l’alto, le lamiere ritorte delle fiancate, l’ancora gigantesca e altre strutture sparse sul fondale per un raggio di oltre 200 mt, offrono al subacqueo scorci fotografici molto interessanti.
4 – Le Scale facile
E’ una immersione per tutti i livelli su una paretina a poco più di 1 miglio di navigazione dal Porto di Torre Vado. L’immersione inizia su una cigliata che da -6 metri di profondità sprofonda fino a -18 mt. La parete è ricca di anfratti popolati di piccoli saraghetti e apagon… Da notare anche la presenza di cladocora caespitosa conosciuta comunemente anche come madrepora pagnotta per la tipica forma delle sue colonie formate di piccoli coralli bianchi.
5 – Le Aragoste intermedio
La parete precipita da -18 fino a -25 ed è caratterizzata da anfratti e spaccature verticali, e nel periodo invernale non è raro l’incontro con qualche bella aragosta che fa capolino con le lunghe antenne. Nelle spaccature sul fondo sabbioso si possono scorgere di frequente piccoli esemplari di cernia bruna. Anche questa parete è habitat delle spugne Axinella Cannabina.
6 – Le Axinellae intermedio
La parete presenta molti anfratti e spaccature, dove, osservando con attenzione, si potranno scovare crostacei (cicale, piccole aragoste e gamberetti) e murene. Un buon soggetto fotografico saranno le spugne Axinella Cannabina dal vivido colore giallo/arancio.
7 – La Furcada (gli Elmi) intermedio
Attraversando il canale si possono trovare piccoli anemoni e banchi di saraghi e, spesso, incroceremo curiosi pesci pettine e piccole razze poggiate sulla sabbia. In direzione est, puntando verso terra e al centro del canale si trovano alcune formazioni rocciose con macchie di posidonia in mezzo alla quale scopriremo diverse Pinnae Nobilis. Un occhio più attento, invece, servirà per trovare i molluschi gasteropodi che danno il nome a questo sito: le Tonnae Galea, volgarmente detti Elmi per la caratteristica forma, si nascondono di giorno insabbiandosi e rendendo difficoltoso l’avvistamento.
8 – Le Ancore avanzato
Si ormeggia su una parete a 27 m, il punto saliente di questa immersione per esperti sono i giardini di grandi gorgonie gialle e rosse su fondale sabbioso tra i 32 e i 40 metri di profondità, che si avvalgono degli abbondanti nutrienti portati dalle forti correnti dominanti presenti in quest’area, oltre a corallo nero e murene. Subito prima del rientro in superficie è possibile vedere un’ancora sommersa a -32. Si trova sulla stessa secca che collega Paseddhu e Punta Meliso. Cernie, barracuda, flabelline e nudibranchi sono a volte visibili in questa immersione.
9 – Paseddhu avanzato
Si tratta dell’immersione più impegnativa ma sicuramente la più entusiasmante di tutta la zona del Capo di Santa Maria di Leuca. Il cappello della secca si trova a -24 metri, ma lo spettacolo comincia verso i 30 metri, dove i fianchi degradanti del panettone sommerso offrono appiglio ad una foresta di gorgonie rosse e gialle, tra le quali si aggirano numerosissimi anthias, murene, grosse cernie, aragoste e astici. Nelle stagioni di passo, soprattutto in primavera, non è raro osservare le ricciole tuffarsi tra immensi banchi di pesce azzurro.
10 – Punta Meliso (la Scala) intermedio
Sito particolarmente riparato dai venti dominanti (I e IV quadrante), si presta ottimamente anche alle immersioni didattiche. Data la bassa profondità si deve prestare la massima attenzione all’assetto, per via del traffico di superficie non sempre attento ai segnali marittimi.
11 – Punta Barracuda avanzato
Sito impegnativo per profondità e per la frequente presenza di corrente, anche di media/forte intensità, il pianoro di Punta Meliso si presta a più di un’immersione: le sue caratteristiche soddisfano ogni subacqueo, sia esso desideroso di profondità, foto ambiente, foto macro, semplice osservazione.
12 – Il Fiume facile
Si tratta della estesa parete di collegamento tra l’esterno dell’insenatura di Punta Meliso e Punta Terradico, questa immersione permette di osservare flabelline, cernie, saraghi e nudibranchi.
13 – Punta Terradico intermedio
All’inizio dell’estate è frequente l’avvistamento del pesce luna (Mola mola), mentre più facilmente si possono incontrare, guardando nel blu, qualche tonno, razze e aquile di mare. Dopo vari passaggi tra grandi scogli si segue un lungo canyon con fondo di sabbia bianca fino a raggiungere la fenditura.
14 – Il Peschereccio intermedio
Il relitto di un peschereccio anni ’70 di cui non si conosce il nome, detto greco in quanto metallico in un’epoca in cui la maggior parte delle imbarcazioni erano in legno, giace tra 12 e 25 metri di profondità. Le parti del relitto, come serbatoi, ingranaggi, verricelli, bitte e lamiere, sono stati sparsi dalle mareggiate sul fondale e nelle vicine grotte sommerse. A volte è possibile avvistare scorfani, polpi e cernie. Un pezzo della prua ove giace il cassone del motore del relitto nasconde rami di gorgonia e a volte aragoste, triglie e saraghi. Nella parte meno profonda sui 18 metri di profondità vi sono esemplari di Pinna Nobilis in simbiosi con dei gamberetti pulitori che le pizzicano per farle chiudere se avvistano pericoli. Il fondale è sabbioso nella parte più profonda, mentre è di roccia sotto costa.
15 – Il Gabbiano facile
Si tratta di un lungo cunicolo profondo 10 metri che si addentra per più di 60, creando spettacolari giochi di luce. Particolarità di questa grotta è che si può riemergere e respirare aria fresca in qualsiasi punto. Le pareti colorate ricche di spugne, gli archi di roccia creati dall’erosione, la presenza di qualche corvina e numerosi gamberi adagiati sul fondo detritico, la rendono ideale sia per il fotografo più smaliziato sia per i subacquei alle loro prime esperienze in grotta.
16 – La Cattedrale facile
L’immersione si svolge proprio sotto la grande sporgenza rocciosa della falesia, facilmente riconoscibile per via delle numerose concrezioni che ne abbelliscono la volta. Le rocce continuano la loro caduta verticale fino ad incontrare un primo gradino intorno ai 18 metri. Si scende ancora, fino a raggiungere subito la sabbia a circa 35 metri. Da qui si inizia l’esplorazione costeggiando la parete verso sud e riducendo progressivamente la quota. La roccia si presenta molto frastagliata, ricchissima di anfratti di varie dimensioni pieni di spugne ed altri organismi colorati. Fitti banchi di anthias ci accompagnano nell’immersione. Giunti sui 12 metri attraversando una zona di massi erosi a forma di fungo, si raggiunge la parte sommersa della grotta della Cattedrale, dove fra le pareti colorate è facile l’incontro con le corvine.
17 – Parete Rossa avanzato
Questa immersione, riservata ai subacquei più esperti, è resa impegnativa dalla profondità e dalla occasionale presenza di corrente, ma è una delle mete più gettonate dai subacquei attratti dai colori delle gorgonie. L’immersione inizia a una profondità di circa 30 mt e cade a precipizio oltre i 50 mt. La parete completamente ricoperta di gorgonie offre rifugio a musdee e aragoste. Nel periodo riproduttivo si possono fotografare le uova di gattuccio.
18 – I Cannoni intermedio
Si tratta di una divertente immersione sui resti di una antica nave in legno, armata con pesanti cannoni. L’immersione inizia proprio sotto l’alta scogliera e scendendo lungo la parete ci ferma su un pianoro di sabbia a 24 metri, proprio sopra i resti del relitto. Alcuni cannoni ed una grande ancora in ferro sono chiaramente visibili adagiati intorno a quello che rimane della zavorra e delle ordinate della nave. Un’altra ancora, sempre in ferro, si trova appoggiata alla parete ed offre ottimi spunti per la fotografia. Proseguendo l’immersione verso il mare aperto, e navigando tra scogli popolati di spugne del tipo axinella cannabina e gorgonie di varie specie, si incontra una parete che cade rapidamente fino a -45 metri e, proprio su questa, abbiamo più volte incontrato il raro e spettacolare pesce luna.